lunedì 11 aprile 2016

LA RICERCA DEL VUOTO

I luoghi sollecitano domande ma suggeriscono risposte elusive. La ricerca del vuoto è anch’essa una forma di horror vacui. Siamo fuori dall’abitato e rasentiamo i cubi bianchi delle case di campagna, sempre più rade. La brezza che spira dal mare stordisce quasi fosse maestrale: è un’ebbrezza impalpabile, un’estraneità riconquistata, siamo viandanti solitari, stranieri in una terra straniera, per quanto stranamente familiare, di una familiarità che ormai si fatica a ritrovare a casa nostra. 


domenica 20 marzo 2016

PERCEZIONI


Viaggiando, si vive la precarietà della propria condizione con leggerezza. Siamo immersi nel presente, nel flusso percettivo del qui e ora ma è la nostra cognizione del passato, a modificarsi impercettibilmente: allontanarsi nello spazio, allarga gli orizzonti temporali e la memoria scopre nuovi territori, connessioni e ricorrenze mai notate. Sottratti all’ansia del quotidiano, non ci affidiamo più ai segni del destino per procedere: l'autentica divinazione riguarda solo l’accaduto, tanto più oscuro, nella sua irrimediabilità di evento, di qualunque profezia.

mercoledì 9 marzo 2016

INTERVISTA

"Chi è Stefano Iatosti?"
"La definizione di se stessi, della propria identità personale, non è mai data una volta per tutte, tanto più quando l’istinto, il carattere o la particolare declinazione dell’intelligenza porta a esplorare territori anche molto lontani fra loro. In effetti, cominciamo le nostre esplorazioni nei primi mesi di vita e le allarghiamo progressivamente fino a comprendere in potenza l’intero universo; allo stesso tempo, rivolgiamo lo sguardo su noi stessi, sui nostri processi mentali, sui desideri e le aspirazioni. Condivido entrambe le curiosità, quella per il mondo, in senso lato e quella per la natura umana e in ciò che scrivo, sia da narratore sia come critico, si ritrova questo duplice interesse. I viaggi di cui parlo, i paesaggi che descrivo sono insieme concreti e astratti, si tratti di un deserto da attraversare o dei labirinti urbani in cui smarrirsi, perché di ogni esplorazione, di ogni ricerca, di ogni viaggio è presente una doppia interpretazione, letterale e simbolica, di percorso spaziale e di esperienza interiore, un’esperienza che rivive nel ricordo e si proietta nell’ipotesi di nuove partenze, di nuove e sconosciute destinazioni".

"Che ruolo assume la parola nel suo descritto perenne viaggiare?"
"Il racconto del viaggio è in qualche modo implicito nel viaggiare, fin dalla scelta del luogo di destinazione. Siamo influenzati dalle esperienze altrui, dalle loro descrizioni, dall’immagine letteraria o cinematografica, dalle nostre aspettative, dal desiderio e dal pregiudizio. Non esistono luoghi vergini, tutto è filtrato dalla narrazione: le mete del turismo sono obbligate e la ricerca dell’avventura ricalca quella di chi ci ha preceduto. La parola è il mezzo più suggestivo per evocare la lontananza, l’estraneità, quella particolare ebbrezza per ciò che non si conosce: può costruire paesaggi, architetture e volti, far vedere ciò che non si è mai visto e non si vedrà mai, trovare un nesso fra esperienze frammentarie e incongruenti. Ci vuole una grande immaginazione per viaggiare".

"Il viaggio reale e quello immaginario hanno in comune la necessità di essere narrati. Perché è importante condividere queste esperienze?"
"La narrazione nasce per essere condivisa, tanto più quella riferita al viaggio, che si tratti di un’esperienza concreta, di un percorso iniziatico o dell’ascesa al regno degli spiriti protettori di una comunità tribale. Per millenni, la trasmissione della cultura si è fondata sull’oralità e questa presuppone evidentemente un narratore e un pubblico. Successivamente, la letteratura di viaggio ha rappresentato, per un gran numero di lettori e prima che il turismo diventasse un fenomeno di massa, l’unica possibilità per conoscere terre lontane e culture esotiche trasmettendo allo stesso tempo, attraverso il punto di vista del viaggiatore, modelli di riferimento per valutare usanze e concezioni della vita altre. Ancora oggi, ogni viaggiatore è un potenziale narratore, sempre alla ricerca di un lettore che condivida, se non le sue esperienze, la sua irrequietezza". 

http://www.icaffeculturali.com/0%20TAVOLINI%20RISERVATI/IATOSTI%20STEFANO/IATOSTI%20STEFANO.htm

venerdì 19 febbraio 2016

L'ALTROVE QUOTIDIANO

   L’altrove quotidiano è un diario in formato digitale, costituito da note di viaggio, brevi narrazioni e aforismi sulla città e sul senso profondo del viaggiare. La prima sezione, Promenades 1990, raccoglie impressioni e testi critici in miniatura sulla Parigi del tempo. 
    Vi compaiono descrizioni di monumenti e di musei, ma anche di strade e di vetrine, di grandi magazzini, di caffè frequentati da scrittori e curiosi. La seconda sezione, quella che dà il titolo al libro, è dedicata al viaggio, studiato nelle sue motivazioni esplicite e in quelle più nascoste, come impulso e necessità dell’uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra.
   Il rapporto che s’instaura di volta in volta con gli spazi e i paesaggi della natura, gli ambienti urbani e le persone ha conseguenze decisive sulla definizione e sul ripensamento di un’identità personale e di coppia. 
  La struttura dell’opera è frammentaria, priva di un preciso riferimento cronologico, ricca di digressioni, intermedia fra racconto e saggio, sia pure in pillole. Prende come riferimento l’esperienza personale dell’autore, a un tempo turista e viaggiatore ma da questa si allarga a considerare il viaggio come un fenomeno sociale, un oggetto di studio storico e antropologico. 

sabato 6 febbraio 2016

L'ALTROVE QUOTIDIANO







iatosti_cop.def.png


  
Stefano Iatosti
L'ALTROVE QUOTIDIANO 

Questa storia non ha coordinate precise, non ha un tempo né uno spazio. 
È 
un taccuino zeppo di appunti e frammenti di un viaggiatore che insegue se stesso in spicchi esotici di cielo, in città deserte e ramificate, nell'intimità forzata dei check-in.
Il suo viaggio è un lento adeguarsi alla condizione di fuggiasco, la proiezione del suo rapporto col mondo e con l'amore, che vuole di volta in volta poter riscrivere.
Succede ogni giorno, nel tragitto di ritorno a casa. Ogni giorno ci aspettiamo di essere da un'altra parte, diversi da ciò che siamo, intrusi perfino nella nostra porzione impercettibile di mondo.
Col pensiero, prima o poi, di essere altrove.













giovedì 28 gennaio 2016

IN VIAGGIO


     La ricerca del senso di un viaggio s’identifica con l'atto del viaggiare. Cosa può condurci lungo nuovi itinerari se non la stanchezza o l'aleatorietà della scelta? La condizione itinerante presuppone un infinito presente, quella stanziale l'alternarsi di progetto e rievocazione: il presente è negato e ogni atto è in vista di un risultato futuro, sia pure ipotetico. Per questo siamo sempre in viaggio, per questo è come se non fossimo mai partiti. 


mercoledì 20 gennaio 2016

IL DÉJÀ VU DI UN ALTRO


Ecco l’alveo, l’abbraccio dei moli, lo schieramento delle case nel porto. Ci aspetta una lunga teoria di agnizioni. Ma quando, con passo barcollante affrontiamo l’asfalto della banchina, ci coglie subito un senso d’estraneità, quasi fosse il déjà vu di un altro, lo sfalsamento fra il ricordo e il dato, la svagatezza e l’ovvietà dell’esserci, i fotogrammi a sovrapporsi senza mai combaciare. E non sai più se sia il presente, una proiezione del passato o viceversa.

lunedì 11 gennaio 2016

LA SPIAGGIA NELLA CUPOLA


La spiaggia, il mare, il cielo, persino un accenno di palmizi, un paio d’isolotti verdeggianti, raggiungibili a nuoto: ma il cielo è una cupola di plexiglass e il mare, un mare da laboratorio. Ti stupisce la densità dei gitanti, la loro assoluta integrità, l’essersi calati nella parte fino a convincersi che la spiaggia, il mare, il cielo siano autentici. La parodia di città che ci cresce attorno non è forse una messinscena, che tutti noi contribuiamo a mantenere in piedi? L’artificio assoluto coincide con la perfetta ingenuità: l’ultimo approdo è sempre quello fatto a propria immagine e somiglianza.

giovedì 31 dicembre 2015

TURISTI INCOMPATIBILI


Perché viaggiare insieme, se del viaggio abbiamo idee tanto diverse? I luoghi da visitare, i tempi e i modi dell'esplorazione, l'uso della lingua locale: l'estraneità dei luoghi rimarca le nostre differenze e come perfetti sconosciuti camminiamo in silenzio, discosti, posando lo sguardo su volti e oggetti incompatibili; la definizione di noi stessi, lasciamola agli altri, alla curiosità o all'indifferenza di quelli che non sanno.

martedì 29 dicembre 2015

IL DESERTO ILLUSTRATO


     Il deserto è un grande nulla attraversato dalle carovane, i cammelli sono velieri senza vele nell’oceano di sabbia, generazioni di nomadi e mercanti hanno tracciato le rotte, le stesse da millenni. Non affitterò un fuoristrada per seguire le loro tracce, le piste rimarranno quelle sognate da bambini, sui libri illustrati, dove ci si può perdere senza smarrirsi e le lunghe, fresche notti del Sahara moltiplicano le voci dei viandanti, i loro racconti di anime perse e le stelle sempre più fitte nel cielo d'inchiostro. 


"Savane sommerse" è disponibile su www.ibs.it 

Post in evidenza

IL DESERTO ILLUSTRATO