Viaggiando, si vive la precarietà
della propria condizione con leggerezza. Siamo immersi nel presente,
nel flusso percettivo del qui e ora ma è la nostra cognizione del passato, a
modificarsi impercettibilmente: allontanarsi nello spazio, allarga gli orizzonti temporali e la
memoria scopre nuovi territori, connessioni e ricorrenze mai notate. Sottratti
all’ansia del quotidiano, non ci affidiamo più ai segni del destino per
procedere: l'autentica divinazione riguarda solo l’accaduto, tanto più oscuro,
nella sua irrimediabilità di evento, di qualunque profezia.
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