La critica di Cartier-Bresson al pubblico delle mostre, che non guarda più
le opere limitandosi a identificarle, va estesa alla percezione del mondo, che ci
scorre accanto, sempre più conforme alle nostre aspettative. Che cosa si deve
mettere a fuoco per comprendere? Rivelare del già noto una visuale inaspettata
o piuttosto concentrare l'attenzione sul singolo dettaglio e da quello
ricostruire un’intera città? Cogliere il riflesso dei passanti sulle vetrine o
il nostro, nel volto specchiato dal retrovisore, identico ogni giorno, ogni
giorno differente?
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